Prosegue in nostro viaggio in Sicilia.
Ripartiamo alla
volta di Agira. Prima tappa e
soggiorno per alcuni giorni, di lì partiremo per andare ovunque, essendo
centrale ed equidistante da luoghi noti e non di questa meravigliosa isola.
Il tragitto ci avvolge nella piana
occhieggiante di aranceti e limoneti, di verde smagliante di vegetali e il
candore del gigante che riflette i raggi dorati.
Lontano come roccaforti si stagliano i borghi
e gli agglomerati, posti là a salvaguardia dalle invasioni, ed alla cima quasi
sempre un rudere o un castello di araba memoria. Qui han galoppato prima tanti
eserciti e conquistatori, via via verso il progresso e la rinascita, portando a
noi vestigia importanti che si rivelano anche nel colore dei capelli, negli
occhi e nelle fisionomie.
Ci inerpichiamo per la strada che sale alla
cittadina meta del viaggio e intorno cambia il paesaggio, colline ben lavorate
con il verde del grano che sta crescendo, essendo la valle del Dittaino il
granaio prima dei romani ed ora per la nostra economia agricola, degno di nota.
Mucche e pecore pascolano silenti, avvolte dalla leggera brezza che si ritrova
verso le alture e piccoli casolari a ricovero di armenti e persone.
Accolti nella struttura avvolta dal silenzio
e da sguardi guardinghi di gatti che ci indagano, entriamo nelle nostre casette
appartamento dove impegno e intelligente cura nell'allestimento tenendo uno sguardo al passato e un altro dritto
verso il futuro con arte e design.
Alcuni anni or sono, portata da un amore
lungo e importante, avevo già conosciuto la
cittadina di Agira, luogo di storia e antiche vestigia. Un paese cresciuto
sulle roccaforti delle colline, con la piana che costruisce lo spartiacque
della vallata, dove si coltivano grano ed agrumi. Antichi borghi e storia,
costruzione di un passato di dominazione di molti popoli, culture differenti e
la ricerca di un nuovo futuro.
Il borgo è in alto, con vista sulla piana, lo
sguardo posato sul vulcano Etna che è possente e sempre in movimento, nei
bagliori della neve e il lontano fragore delle eruzioni che arrossano la notte.
Anni or sono, con alcuni amici, abbiamo ripreso la parte dell'antico borgo,
adagiato sulla vetta della piccola montagna, sotto lo sguardo silente del
castello arabo e attorno fichi d'india e ulivi. Il fragore dell'agglomerato
abitativo è lontano, le mura cadenti
sono state riattate per nuove accoglienze e nuovi intimi progetti, ridando vita
e armonie, lavoro e possibilità.
Trattoria Belvedere
L'ora del pasto quotidiano si fa sentire e
quindi andiamo ad una piccola trattoria accanto alle strutture, perché
l'enoteca legata all'albergo diffuso nel periodo invernale apre solo alla sera.
Il piccolo ristorante si denomina Belvedere ed è gestito da tempo immemore da una famiglia originaria del luogo, con il patriarca bonario e rubicondo che ci accoglie attorniato già da una terza generazione che gioca e prova a concludere i compiti delle vacanze natalizie.
Il piccolo ristorante si denomina Belvedere ed è gestito da tempo immemore da una famiglia originaria del luogo, con il patriarca bonario e rubicondo che ci accoglie attorniato già da una terza generazione che gioca e prova a concludere i compiti delle vacanze natalizie.
RICETTE – ANTIPASTO SICILIANO e pasta con ragù e pasta
con broccoli
Uno svariato antipasto siciliano composto da
melanzane sott'olio, pomodori secchi cunzati, carciofini con finocchietto
selvatico, le foglie dei capperi lessate e saltate in padella, foglie di
broccoli lessate e condite con olio generoso, aglio e succo arancia, salsiccia
pressata, salame nostrano dei suini dei monti Nebrodi, pecorino stagionato,
ennese fresco, ricotta condita con olive e capperi, frittata con gambi di
carciofi.
A seguire della pasta di casa condita con un ragù di carne – quello cotto lentamente e fatto asciugare dentro la salsa di pomodoro messa via nella stagione calda – e altra pasta sempre di semola condita con broccoli, acciughe, pinoli, finocchietto selvatico e aglio.
Il tutto accompagnato con del vino generoso dell'etna e un pane di casa molto saporito.
Il conto veramente minimo e si delinea ogni volta lo stupore dei miei commensali, corre sempre veloce il paragone con il nord.