Mi
imbattei in questa arte anni fa, guardando un film che mi piace
molto: TOKYO GA del grande regista Wim Wenders. Rimasi affascinata e
da allora imploro chiunque vada in Giappone di portarmi un pezzo.
Che
cosa sono vi domanderete?... Sono i menù dei ristoranti
giapponesi; non i consueti menù proposti con carta più o meno
vintage, più o meno elegante, più o meno ben costruiti, ma dei
capolavori dell'artigianato d'arte, vale a dire dei piatti
ricostruiti in cloruro di vinile, identici a quelli che potrai assaporare.
Quindi
vedrai esposto nella vetrina del luogo un piatto di sushi al ramen, la
tempura con le sue variegate proposte vegetali, il gelato ai fagioli, ma altresì di piatti non giapponesi, come ad esempio
degli spaghetti al ragù italianissimi, e naturalmente la pizza,
che i giapponesi adorano.
Al
solo sguardo la salivazione sale ed aumenta e vien voglia di
addentarli, di assaporarli perchè sono perfette riproduzioni; ma
addentarli non è cosa pratica e conveniente, perchè sono fintissimi, ma immensamente belli da guardare e rimirare anche
come oggetto di arte dentro casa.
Il
loro nome è SAMPURU, dalla parola inglese SAMPLES, vale a dire modello,
una replica. Usano esporli all'entrata
del ristorante in vetrina per accattivare lo sguardo del passante e
trasformarlo in avventore.
E'
frutto dell'abilità degli artigiani giapponesi, che sanno copiare al
millesimo il tutto e lo scibile dell'universo, questo lo si sa. Ma a
maggior ragione in casa loro possono esprimersi al meglio; è frutto di un
praticantato lungo non meno di tre anni per conseguire la licenza
professionale necessaria per crearle.
Tutta
questa bellezza ha attratto il Museum Victoria and Albert di Londra,
uno dei più grandi e prestigiosi musei del mondo, sentendo il
bisogno di metterli in mostra e farli conoscere al grande pubblico.
Avere in casa i SAMPURU è diventata una moda cool presso i turisti giapponesi e non; possono essere a grandezza naturale oppure ridotte, come dei ninnoli, portachiavi o i pendagli sui cellulari.
Non
sono in vendita a prezzi modici, d'altra parte lo yen non è a buon
mercato, ma si sa che le cose belle e cariche di significato e di
design hanno un valore che non si può discutere.
Il prezzo da sborsare per ottenere questi oggetti così particolari si aggira dai100 euro sino ai 500 euro per alcuni di grandezza superiore e particolarmente elaborati.
E'
un'industria in crescita e gode di ottima salute, infatti sono circa 500 mila
i ristoranti in Giappone, e quindi si tratta di una produzione febbrile. Ma così belli ed incredibilmente verosimili che arrivano a farmi girare la testa.
La
procedura per la creazione avviene con una telefonata del ristorante
alle tante ditte che operano in questo settore; la ditta che viene prescelta manderà una squadra in loco composta da uno chef esperto, un
fotografo altamente qualificato e alcuni assistenti.
Arriveranno
rigorosamente vestiti di abito scuro, si inchineranno e dopo si
svestiranno completamente per cambiarsi d'abito, indossando quello da
lavoro. Assieme ad un paio di calzerotti bianchi immacolati e con le
pantofole, vanno ad impossessarsi della cucina.
Verrà preparato il piatto davanti ai loro occhi e, mentre lo chef prenderà appunti, il fotografo scatterà le immagini dell'operazione, scatti che sono
eseguiti sotto luci differenti e con tutte le prospettive
immaginabili.
Poi
metteranno il piatto dentro una speciale borsa e con gli scatti in
macchina a poche ore da quel sopralluogo, si metteranno all'opera per
riprodurlo in modo da non alterare colori e forme.
Il
costo dell'operazione parte da un minimo di 300 euro ad un massimo di
1000 euro; per un menù completo ci vorranno 10mila euro.
Il
mercato che richiede questa tipologia di menù è non solo quello
interno giapponese, ma anche quello cinese, coreano, di Taiwan e di altri paesi orientali.
Gli
unici a non fare richiesta ed uso di questi speciali menù sono i
ristoranti di lusso, che spesso sono ubicati agli ultimi piani dei
prestigiosi hotels o degli stores. Questo per distinguersi dalla
massa dei ristoranti tradizionali, per offrire ai loro clienti dei
menù internazionali e di atmosfera differente.
Una ventata di scandali ha investito questi luoghi del cibo di lusso,
incappando in una brutta storia di uso di materie prime di bassa qualità o peggio scadute, nonostante i conti salati che richiedono per mangiare ai
loro tavoli.
Quindi
la polemica è divampata, e coloro che usano i Sampuru sostengono che se
avessero usato i menù di replica, non avrebbero potuto ingannare i
clienti perchè è possibile confrontare il piatto che viene servito in
tavola con quello esposto in vetrina. Infatti se il piatto non è corrispondente al modello
nel piccolo dettaglio o nella minima sfumatura di colore, lo si
può rimandare indietro; lo chef in persona
verrà ad inchinarsi al cospetto dell'avventore e offrirà le alternative.
Bisogna sottolineare che alcuni chef con grande esperienza nelle cucine anche internazionali,
sostengono che i sampuru sono veri incubi per uno chef perchè si ha il
terrore di non saper replicare il piatto alla perfezione.
Qualcuno vocifera che prima o poi i giapponesi saranno in grado di riprodurre anche questo, cioè gli odori del cibo esposto... così sarà anche possibile utilizzare l'olfatto per confrontare la replica.
Se andate in
Giappone, a Tokyo, li troverete nella Kitchen town, una via che
vanta 170 negozi per arredamento di cucine e ristoranti, e potrete
sbizzarrirvi nell'acquisto, portandovi a casa delle piccole opere
d'arte e design da collezione. Forse anche online, se non avete
occasione e felicità di andare là. Un viaggio in Giappone è da sempre per me un meraviglioso sogno futuro.. Sembra che con 1800 euro
possiate andare con aereo e soggiornare un mese.
Sarà possibile?!!!
Si ringrazia TV Smith e Nama.edu.vm per la gentile concessione delle immagini.
Si ringrazia TV Smith e Nama.edu.vm per la gentile concessione delle immagini.
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