Cerca nel blog

Translate

Visualizzazione post con etichetta FOOD PLACE. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta FOOD PLACE. Mostra tutti i post

domenica 8 novembre 2015

FOOD PLACE - Ristorante La Luna

Una scommessa vinta!

Giorni fa abbiamo visitato il paese di Azeglio per l’incontro con i gestori del ristorante “La Luna”, il cui locale si trova nel centro del paese. Da lì si scorge il castello, che fu di proprietà del noto statista Massimo d’Azeglio: svetta alto sul borgo accanto al campanile che riemerge sempre dalla nebbia, tanti sono i suoi metri di altezza.

Un tempo qui si producevano le sedie, che in dialetto locale si chiamano cadreghat; nelle vicinanze, sulle rive del lago si trovano, infatti, le paglie di cui erano composte.
Il pezzo di lago che sconfina nella provincia torinese è anche un luogo dove si possono trovare svariate specie di flora e fauna che crescono e proliferano indisturbate. 
In una quiete quasi surreale, lontani i clamori dei bagnanti estivi, puoi vedere nuotare le nutrie, volare silente l’airone, vedere i larghi giri dei cormorani e tante specie di anatre che agguantano i pesci del lago. In questa porzione di lago vi era anche il proposito del ripopolamento della fauna ittica.

In questo contesto, in un incrocio di vie e di profili antichi che si stagliano all'orizzonte, è situato uno stabile antico che una coppia giovane e di talento ha acquistato anni or sono e che è diventato sede del loro lavoro e scommessa personale.

La loro storia è quella comune a tante persone che possiedono un talento nascosto e lo coltivano come un sogno, forse aspettando di dare vita ad una zucca... che non diviene una carrozza come nelle favole, ma, in questo caso, un ristorante.

Andrea, in una serata di fine lavoro di tanti anni fa, si reca in un locale dei dintorni  per prendere delle pizze: ne ordina due, e, mentre aspetta che le sue golosità si cuociano, chiacchiera amabilmente con il gestore. Quest’ultimo si lamenta di non avere lavoranti che imparino e lo aiutino. Così lui d’impeto si propone, volontario, per imparare. 
La curiosità lo spinge a tanto e si palesa forse una svolta al suo futuro, chissà!
Così per un anno tutte le sere lui compone pizze, sperimenta, si cimenta con passione e creatività. Intanto la moglie Enrica inizia a guardarsi attorno, è attratta da questa nuova prova del marito, sente che il cibo può diventare una sfida propositiva.
Legge, studia, compone sulla carta insiemi di alimenti e colori, prova a casa e vede che può diventare davvero una possibilità. 
Certo non hanno esperienza, ma hanno voglia di imparare, chiedere consigli. Fanno corsi di cucina e si affiancano a chi il mestiere l'ha nelle mani e nel tempo. 
Così si avventurano nel prendere un locale che si adagia sulla riva torinese del lago, un luogo grande e immerso nella natura, che amano. 
Non sarà una passeggiata, sarà fatica e una scommessa, ma crescono nei numeri e nell'affezione delle persone che incontrano questo luogo dove sorriso, accoglienza, passione, e talento emergono in ogni piccolo dettaglio. 

Questo loro primo incanto dura un decennio e finisce complice di un aumento spropositato dell’affitto che li induce a voler far un passo successivo: acquistare i muri di un locale che possono trasformare a loro gusto e somiglianza e dare quindi sfogo ad un altro tipo di creatività culinaria.

Arrivano dunque in questo stabile di Azeglio, che ristrutturano con dovizia di dettaglio, cercando di avvicinarsi al cliente che vogliono considerare come persona e non solo come semplice avventore. Installano una cucina che non ha nulla di fisso perché in questo modo è più semplice pulire e avere igiene sempre al massimo. 
Posizionano i frigoriferi lontani dall'accoglienza dei clienti per non creare rumori fastidiosi. Tutto ciò che può disturbare o invadere lo sistemano lontano e attorno restaurano pezzi antichi di uso quotidiano che diventano mensole, appoggi, arredo.
Non è solo il locale che crea una modalità piacevole, il vero loro scopo è cucinare bene con gli alimenti che diventano piatti e gusti di meraviglia.

È loro abitudine preparare la pasta fresca, sempre!
La materia prima è composta di farine che acquistano dal Mulino Enrici che risiede dietro casa, da cui comprano anche il riso.

Per il resto si avvalgono di piccoli produttori che ricercano di continuo. 
Nei giorni di riposo compiono viaggi anche faticosi per andare a incontrare i fornitori e certificare con il loro occhi ed anche con la loro empatia i prodotti. Questo crea un’affinità che li conduce ad avere un rapporto di grande sintonia.
Quello che ricercano sempre è accrescere la loro curiosità e la loro creatività per dare sempre emozioni a chi li va a trovare e siede al loro desco.
Andrea si occupa delle miscele delle pizze, della costruzione della pasta e della lievitatura: il suo tocco è quasi magico, sente le consistenze e le umidità dell’impasto. È data grande importanza alle affinità degli alimenti e alla materia prima. Per quanto riguarda la pizza, gli ingredienti per condirla sono sempre di alta qualità.
Sulle sue pizze non troverai mai prodotti di produzione a largo consumo, ma sempre produzioni di eccellenza del mercato.

Enrica invece si occupa delle altre pietanze; racconta con dolcezza il suo studio ed emergono via via la sua passione e conoscenza delle materie prime.
Ogni piatto che esce dalla cucina è frutto della sua sperimentazione, della sua ricerca continua degli abbinamenti tra gli ingredienti.
E’ interessante vedere gli schizzi sulle costruzioni dei piatti, con i nomi e colori delle erbe e delle materie che studia e assembla. Per far parte del loro staff devi condividere questa passione e l’amore per il cibo e per l'accoglienza. 
Fanno riunioni con i dipendenti ai quali fanno assaggiare i piatti e dunque prendono in considerazione i loro suggerimenti, le loro proposte. 
Ci raccontano la loro visione della clientela: per loro non sono numeri ma persone, e si vede la loro esigenza di accompagnarli nel loro stare bene, nel proporgli una serata anche differente, partecipi di un progetto. Accoglienza che si fa presente anche quando organizzano le serate speciali con la presentazione dei loro vini, che sono eccellenze dei territori.

Tutto questo lo assapori, lo palpi, lo intuisci quando ti affacci dentro il loro locale, che è ancora un work in progress per alcune ristrutturazioni che si sono avviate ma non ancora concluse.
Brillano gli occhi mentre ti raccontano questo e senti che è frutto del piacere di una professione faticosa ma che li appaga, che li porta sempre avanti, che li fa sentire pronti alla condivisione con un territorio che amano molto.

Crescono un ragazzino molto sveglio, già capace di mettere assieme alimenti e costruire un piatto, che ha anche una naturale piacevolezza con i clienti.
Accanto al loro locale, la sorella di Enrica ha aperto una gelateria dove si può trovare la stessa cura e creatività. 
Va da sé che gelati e pasticceria sono frutto di questo connubio di relazione. 
I loro avventori arrivano anche da molto lontano, questo certifica di certo una cucina che è ricerca e qualità, e che noi consigliamo.



In conclusione, fa piacere incontrare persone che han potuto, con fatica e determinazione, realizzare un progetto di ristorazione importante e di successo. Questo non può che accrescere l’economia del territorio, promuovere la bellezza dei borghi e della natura circostante.


    Ristorante La Luna
    Via Guglielmo Marconi, 29, Azeglio TO
    Telefono:0125 72110


    ©PHOTO EDITING - Elisa Roattino

martedì 27 gennaio 2015

FOOD PLACE - Mondovì, Mostra dell'artigianato artistico



Ora che fa freddo e non ci sono più le belle giornate estive mi piace ricordare un evento che in agosto ci ha portato a Mondovì, ed è una bella occasione per appuntare i nostri ricordi e farvi partecipi di una bellissima manifestazione.
Ogni anno, nel mese di agosto, si svolge a Mondovì la Mostra dell'artigianato artistico, un evento che vanta tanti anni e che nel tempo si è mutato e rinnovato.
Nel 2014 è stato particolarmente significativo, per il fatto che si è avvicendata una nuova gestione della manifestazione ed il corollario di eventi era molto ben assortito.
Mondovì è una placida cittadina ai piedi delle Alpi che la dividono dalla Liguria, si respira aria di mare e di monti, piena di storia e di bellezza.
La ceramica è sempre stata una sua prerogativa, posta dal fatto che in città vi erano varie manifatture, tra le quali la rinomata fabbrica "Vedova Besio e figlio" e la Richard Ginori. 
Oggi, a ricordo del tempo passato, è stato inaugurato nel 2010 la Fondazione il Museo della Ceramica vecchia Mondovì, che raccoglie la donazione da parte del dr. Marco Levi della Collezione Ceramica Baggioli e della sua collezione personale, oltre ad animare la partecipazione con percorsi didattici rivolti alle scuole, perché anima del progetto è "curare, conservare e diffondere la memoria di due secoli di industria ceramica monregalesi, attraverso l’esposizione dei prodotti e delle tecniche produttive delle tante fabbriche che si sono succedute".
Alla mostra dell'artigianato ogni anno si possono ritrovare artigiani ed artisti di ogni genere, e soprattutto relativi alla produzione ceramica, provenienti dall'Italia e dall'Europa, con le bancarelle che si snodano lungo le strette vie di Piazza, che è la parte alta e antica della cittadina.
Elisa, essendo ceramista, aveva la sua postazione ed io sono stata al suo fianco nella settimana per aiutare in qualsivoglia mansione occorresse.
Ovviamente i pasti quotidiani erano formati da panini per il lunch forniti dalla famiglia di Elisa, lì residenti, con formaggi e salumi della zona – un km zero del panino – che si mangiava in compagnia di amici che venivano a trovarci.
Alla sera, o qualche volta a pranzo, complice una pioggia che rallentava visitatori, ci siamo recati nei ristoranti della zona  di Piazza, che ne vanta parecchi, compreso un bar con un gelato strepitoso.
Una meraviglia la piazza che racchiude i portici con i negozi, taluni ancora arredati con mobili d'epoca!

Il Caffè Bertaina Osteria è uno di questi; un tempo bar, ora trasformato in una trattoria molto promettente e suggestiva. La gestione è cambiata da qualche tempo e sono una coppia giovane con la suocera dello chef che condivide con lui i fornelli e la preparazione dei manicaretti.
Lo chef è cresciuto nella cucina dei genitori che avevano una trattoria di campagna, ha respirato aria di arrosto e sentito discussioni sulle salse, ha imparato cosa sono le materie prime e cosa è cucinare con passione e amore.
Dopo le scuole appropriate, è approdato nelle cucine di chef prestigiosi ed ora si è sentito pronto a gestire una sua realtà, che sta crescendo e credo arriverà in alto.

Lì sotto i portici, mentre la piazza si animava di persone in festa, abbiamo cenato con una delizia del palato e degli occhi. 
Le materie prime provengono dalla zona o da fornitori di rango, quindi nel piatto ci ritrovi il sapore degli alimenti genuini e accuditi con dovizia da mano esperte nel mettere insieme con grande creatività gli stessi.

Della cena mi ricordo i gamberi rossi di Sicilia a crudo, con una salsa che era nettare degli dei, un profumo di freschezza e natura, i tagliolini che emanavano profumi dell'estate, il croccante delle verdure e delle carni, la qualità alta e la cortesia dei ragazzi al servizio, con a chiudere dessert di grande impatto... Si sente tutta la competenza e la passione di questo giovane chef, che ricerca combinazioni e territorio, rielaborando la tradizione e arricchendola con grande competenza, coadiuvato da personale gentile e preparato, nulla è al caso, nulla e anche il conto è adeguato, ma di giustezza delle parti. 
La carta dei vini è importante e ritrovi il territorio, la Langa al confine, il Monferrato che è lì adagiato accanto. Ci si trova bene, anche per aperitivi e colazioni, perché è un tutto tondo, una carta corta che è sempre indice per garantire freschezza dei piatti, ed un'attenzione ai prezzi che di questo tempo non guasta... Consigliamo questo luogo, che è ristoro per il palato e per la quiete del nostro passo, sono bravi e credo arriveranno in alto.......il buon giorno, in fondo, si vede dal mattino.

Abbiamo poi visitato anche la Trattoria del Teatro, nella via adiacente la piazza. Presenta una carta del territorio ben assortita, con i suoi antipasti legati alla tradizione piemontese ben guarniti e preparati. Anche qui si sente la passione per la professione e la materia prima che arriva dal luogo e dalla competenza dello stesso.
Gnocchi o agnolotti preparati in casa, con il ripieno gustoso e perfetto, accompagnati da un ragù dove si sente la prelibatezza della carne monferrina e il sapore del formaggio di malga per gli gnocchi al castelmagno, che è un formaggio gustoso e prelibato.
Il vino è del territorio e il personale è solerte e gentile, pronto alla nostra bisogna, nonostante fosse pieno di avventori. Non vanta un grande numero di posti, ma è curato nei particolari e il menù è sempre aggiornato alla stagione.
Il bar che abbiamo più frequentato è la Cremeria dell'antico Borgogestito da Matteo che è un giovane molto affabile. 
Il luogo è sempre stato lì affacciato sulla piazza, con i suoi tavolini adagiati sulla scalinata, che ti permettono di godere appieno dello spettacolo architettonico.

Il gelato che fanno è veramente gustoso, pieno di quelle materie prime buone e genuine, le nocciole di Langa, il latte, la panna, le uova delle fattorie, la frutta, il cioccolato del migliore... una festa per il palato e noi ci siamo allietate molto con esso.

Siamo poi stati alla Società Operaia  del Mutuo Soccorso di Mondovì Piazza, luogo meraviglioso e antico, con i suoi mobili risalenti all'ottocento, il bigliardo, la vista sulla valle, il palazzo storico che lo accoglie. 
Fondata nel lontano 1862, con presidente Giuseppe Garibaldi, dopo varie vicissitudini storiche ha da non molto una nuova gestione. Siamo stati ospiti della cena di chiusura della Mostra dell'artigianato, dove erano presenti gli artisti e gli artigiani che avevano partecipato alla manifestazione.
Abbiamo mangiato la paella che era formidabile, gustosa e appetitosa, un salame fatto da una piccola cascina dei dintorni e bevuto il vino del territorio. Le gestrici del locale hanno lavorato bene e vogliono affermarsi sul luogo con proposte e rivisitazioni, con serate tematiche ed eventi... il luogo si presta!
E' stata una settimana veramente importante, sia per le attività che per le occasioni di contatto.
Consigliamo dunque Mondovì, con le sue architetture, i suoi dintorni che distano poco da Barolo, Carrù, Farigliano  e la Langa. I ricordi vanno alle sue botteghe, al suo museo della ceramica in un palazzo storico meraviglioso, alle sue viuzze che sanno di storia, ai negozi molto belli ed accoglienti, alle piazzette, alla sua funicolare bellissima che si inerpica sulla collina... con gli alberghetti e i b&b in palazzi storici che guardano le vigne e l'infinito, verso il mare... 
Consigliamo una gita, e aspettiamo la prossima estate per la Mostra dell'artigianato 2015!

mercoledì 10 dicembre 2014

FOOD PLACE - Bistrot - Dozza



Sono andata a Dozza in Emilia a LE BISTROT per salutare cari amici ristoratori,  per gustare le loro meraviglie e ritrovarci con rinnovata amicizia e sapidità. E' stata una cena degna di nota, come sempre da loro, nel luogo elegante e molto curato di due splendide persone che fanno questo lavoro con passione e magia interiore.  

Sono due amici che anni or sono hanno dato vita ad un sogno comune, aprire un ristorante tutto loro dove esprimere le competente e la sperimentazione: Angelo e Daniele, affiancati dai genitori di Angelo che danno una mano nel sovraintendere.

All’inizio erano situati nel paesino di Dozza che annovera un castello molto ben conservato ed un museo a cielo aperto di murales di arte contemporanea.

In un secondo tempo hanno acquisito questa proprietà dandogli carattere e intenzioni precise, connotandolo come luogo di elezione e costruendo un menù che prende spunto dal territorio, ma con occhi contemporanei e di grande respiro artistico.

Sono stati opiti in molti hotel e resort del mondo, soprattutto asiatici, ambasciatori del gusto italiano e emiliano. 

Ovunque è sempre stato un successo e complice anche la nostra antica amicizia, sono tra i soci fondatori dell’albergo diffuso CASEALBORGO.
Nel loro ristorante si sono svolte molte serate a tema: cena con gli autori, cena con delitto, cibo del mondo, convivi medievali e rinascimentali con riferimento alla  storia dei signori di Imola e Dozza.

Vi è sempre un grande divertimento alla base del loro lavoro, un gusto dell’approfondimento e del coinvolgimento emozionale ed estetico che ha creato un rapporto di grande empatia con la clientela.  Questo si vede nei loro piatti, di un gusto e sapore estremamente piacevole.

Così si conclude il nostro viaggio, denso di sapori, colori e profumi. 
Non mancherà molto, spero, che ritornerò alla mia amata Sicilia, e sarà di nuovo bello riscoprire le mie origini, per prendere spunti sui luoghi visitati che non mancherò certo di raccontarvi.

FOOD PLACE - Una settimana in Sicilia - Parte 8

Verso il ritorno...
La notte fonda vede il rientro nella meraviglia del nostro luogo del riposo, silenzioso ed accogliente, i cipressi stagliati nella notte e in alto lo sguardo sonnecchioso di Enna.
Sento tutta la storia che mi passa accanto e vado a dormire per risvegliarmi al profumo del caffè di moka, l’ora della colazione si consuma in una stanza bella e luminosa, con in parata di dolci siciliani d’ogni fattura, marmellate, succhi e bontà di ogni genere. Un buon inizio di anno, buon viatico per il procedere, che sarà verso il ristorante BANNATA, di cui vi avevo già parlato nel post precedente, per una sontuosa colazione.

Lì ci accoglie la meraviglia della proprietà e la nobildonna Nietta, elegante e colta, lo sguardo penetrante ed intelligente, che ci avvolge. Così come ci avvolge la sua famiglia, quella meraviglia del professionismo dato da una antica e profonda cultura, fatta e preparata in scuole di ottima levatura, con il dissertare nel mondo e per il mondo, con la sapienza atavica e sempre cibata da buone frequentazioni e tanto apprendere e dedicarsi.
Un menù della tradizione, rivisitato quel tanto che basta e che ci fa risollevare spirito.
Risotto con zucchine, funghi e zafferano. Pasta di casa con broccoletti, ricotta e aromi. Involtini al forno con prosciutto e formaggio. Polpettine all'arancia in agrodolce. Crocchette di baccalà. Cosciotto abbuttunatu con carciofi. Gattò di patate. Caponata all'ennese invernale. Frascatula di ceci all'ennese con finocchietto. Broccoletti in pastella. 
Tutto squisito, tutto proveniente dalla proprietà e dal territorio; si è avvertita l’aria di casa, tutta la campagna dentro il tuo piatto, tutta la storia che ti avvolgeva in un abbraccio di serena quiete e raffinata piacevolezza. Persone che amano il loro lavoro e lo trasmettono a te per farti ristorare anima e pensiero.
Avremmo voluto rimanere inermi nell'infinito!

Dopo libagioni viene voglia di un leggero passeggio e un ristoratore caldo abbraccio del tuo letto in una camera che ti accoglie con leggerezza e tranquilla armonia.


La sera non viene voglia di cenare, ma camminiamo sulle alture, dentro le stradine e la storia di Enna, sonnecchiante e tranquilla, ha espresso già il tutto nelle ore precedenti e quindi camminiamo, ammiriamo e ci immedesimiamo nella storia di questi luoghi.


Il giorno ci ritrova alla villa del Casale, dimora romana, con meravigliosi mosaici, un bel recupero e saranno sguardi e pensieri che si immergeranno dentro il quotidiano di coloro che “non tramontava mai il sole sopra i loro poderi”, conquistatori che han portato le italiche vestigia nel mondo.

Morgantina, verso il ritorno
Proseguiamo poi verso il sito archeologico di Morgantina che invece è sulle alture, più addentro nel territorio, ha vestigia greche, un’altra dominazione importante per questa isola, le sue pietre sono millenarie.

Ma dobbiamo andare verso la nave che ci riporterà nel continente, verso la fine di questa settimana incantevole e piena di ogni e di tutto, dove ho riassaporato le mie radici e la storia.

Pasticceria Savia - Catania
Così prima di partire, andiamo alla Pasticceria Savia, dove puoi gustare cassata, arancini, cannoli, frutta martorana, torta e paste di mandorle, olivette di pasta reale, torrone gelato e quanto di meglio esprime la gastronomia dolce siciliana. E' di antica memoria, fondata nel 1897, con una tradizione di dolci prelibatezze.

È sempre una mia tappa, ogni volta che vengo in questa isola; è sita in Via Etnea, dove c'è sempre tanta gente che gusta, acquista, si rallegra e si pasce.
La nave piena ci accoglie e questa volta il mare sarà clemente, sbarcandoci a Napoli dove riprenderemo il tragitto verso il nord.
Sicilia ci mancherai!

sabato 8 novembre 2014

FOOD PLACE - Una settimana in Sicilia - Ennia e Catania - Parte 7

Il viaggio continua... Enna e Catania

Nuvole piene di pioggia, che impregnano la terra e risale la fragranza. 
Siamo vicini a Piazza Armerina con la sua Villa del Casale, vestigia romana di rara bellezza, molto famosa per i suoi mosaici.

Agriturismo Bannata, un oasi per ricrearsi
A quattro km di distanza visitiamo la Masseria BANNATA.
Il luogo è meraviglioso, arredato con cura e gusto, design e opere d'arte, libri della sapiente cultura europea e italiana. La padrona di casa è una mente vivace e raffinata, dovunque si posi lo sguardo si accoglie ciò che ne proviene dall'ingegno e genialità. 
Ci vuole talento, conoscenza ed immenso gusto per allestire un “rifugio” di siffatta bellezza. 
La signora Nitta Bruno ha preso in mano le proprietà di famiglia e le ha avvolte nella rinnovata raffinatezza, accompagnata da una promozione della cultura e del territorio.


La Bannata è una parola siciliana che deriva dal catalano ed ha significato di: in parte, nascosta.  
Ed è così. L'agriturismo è posto ai piedi di una collina, nascosto agli occhi e avvolto nel suo rigoglioso bosco e giardino. sorge accanto ai muretti di pietra, ricovero per gli animali, e nel silenzio rotto dal canto dei richiami degli uccelli.
Entrando nella proprietà vi sono i cipressi che ti accompagnano alti e silenti ed arrivi ad una casa di pietra, antica e piena di fascino del tempo.
In passato, questa era la masseria di famiglia di questa imprenditrice ennese. 
Una signora dalla bellezza  florida,  con eleganza e intelligenza che l' accompagnano nel fruscio che ti avverte della sua imminente presenza. 

La Sicilia dell'intelligenza e della cultura la rivivi sul suo viso e nell'attorno, quella borghesia che ha conservato nei tempi efficacia e risolutezza, portando avanti immagini e culture, preservandole da contaminazioni non lecite e favorendo il progredire.

Donna Nietta  ti accoglie nel podere trasformato in un agriturismo di fascino, con annesso un ristorantino intimo e un fienile riattato per favorire incontro con l'arte e la contemporaneità.







Una manciata di camere allestite con il fascino raffinato dell'antico, con tocchi contaminanti e dove nulla è messo al caso.
Si nota la mano sapiente e la conoscenza del design e della storia, connubio che si interseca alquanto e si rimanda al vivere bene il tuo soggiorno.
Per i banchetti più consistenti c'è una stalla riattata a salone con la pietra rimessa a nuovo, mobili e oggetti appartenuti alla famiglia da circa duecento anni, con libri e cataloghi di arte che occhieggiano accanto a divani e poltrone molto comodi.

C'è il camino acceso, il fuoco vivo e stemperante, le ceramiche di Caltagirone, i pomoli dei legni costruiti col fuoco e dal colore verde pallido, messi a grappolo dentro un piatto antico, i pupi siciliani, tappeti e sedute che hanno accompagnato i giorni della borghesia colta siciliana.

Accanto vi è un fienile riattato con la moderna tecnologia che raccoglie la possibilità di convegni, incontri e rassegne.

In questo luogo si favorisce l'arte con gli incontri di cinema, le mostre di arte contemporanea, letture, reading, presentazioni; campeggia sulla grande vetrata una frase del cineasta indipendente Silvano Agosti.
C'è una fontana con pesci rossi che si lasciano accarezzare dai raggi di un sole tiepido, cullandosi al tuo chiacchiericcio e liberi di saltellare e raccontarti dicerie e favole.
Puoi camminare ed inoltrarti alla scoperta della proprietà, e incontrerai eucalipti, alberi antichi, macchia e silenzi.
Il ristorante è un luogo della delizia con la sua proposta di cibo siciliano rivisitato con sapidità da donna Nietta, preso dai ricettari di famiglia che vantano lustri.
Ho mangiato la caponata ennese di natale , frittelle di baccalà, gateau di patate, pasta con i broccoli, cosciotto farcito con carciofi e via dicendo, con alimenti presi dalla proprietà, compreso il grano per comporre paste. Tutto controllato a favorire un gusto ed una precisione nella composizione del tuo piatto, che ha equilibrio e gusto raffinato.

La terra entra sulla tua tavola come il sapere contadino e la grande affascinante civiltà siciliana che ti arriva accanto e ti delizia.
La famiglia è la componente essenziale di questa imprenditrice, con la sua dolce e volitiva madre, simpatica ed ironica. Accanto a lei partecipano del lavoro i suoi fratelli professionisti di prestigio, colti e affabulatori impareggiabili, pieni di sapere compreso e intenso, con la grande curiosità verso il cibo e la sua storia. Figli e nipoti, generazioni a confronto che hanno un filo conduttore: la coscienza di avere ereditato grande eleganza, cultura e fascino che non disperdono al vento, ma coltivano il tutto con grande passione e amore per la continuità.

CATANIA
Arriva così l'ora di prepararsi, stiamo per dare addio alla fine dell'anno ed allora ci si ritrova in piazza a Catania per il concerto di Bregovich, molto atteso, e che ci farà dimenare alquanto. Ritmi balcanici, tradizioni e folklore, storia e rivolte. Sarà una serata differente, il cenone sarà all’insegna dello street food, ad iniziare da panini con la polpetta ricoperta di pistacchio, per alcuni sarà di cavallo, con accanto la birra siciliana, frutto del lavoro dei molti birrifici sorti negli ultimi tempi, che forniscono eccellenze per la gioia dei palati.
Uno sguardo verso un cannolo, giusto per addolcire e poi via alle danze ed al ritmo. 

Si canterà, ballerà, gioirà, sorridendo e sollecitati dalla sua bravura. 
Un abbraccio forte con la golata di prosecco e ci si incammina verso un nuovo anno, che ci auguriamo al meglio e alziamo gli occhi verso i fuochi artificiali, attorno esplosioni di tric e trac, alcuni vere bombe che fan tremare il pavè, sempre sotto lo sguardo silente dell'elefantino e con i santi e gli Dei accanto a vigilar sul nostro andare.

...continua...

venerdì 7 novembre 2014

FOOD PLACE - Una settimana in Sicilia - Parte 6

Il viaggio continua...

Palermo
Palermo ci accoglie con tutta la sua forza di antica città di gattopardi, di potere, di storia e cultura, posata a strati di dominazioni che han lasciato vestigia meraviglia e la rendono imponente, protratta verso il mare e il futuro, talvolta avvolto anche di angoscia.
Palermo è il suo mercato, il suo cibo di strada di antica memoria, il vociare dei richiami, colori e passione, furore di talento e pigrizia dell'incedere, il mare che la frange e il suo porto traslato da merci. E’ ancora vicoli e strade, balconi, portali e portoni, teatri, molto raccontato dai suoi grandi poeti e pittori.
Si può mangiare per strada e nei mercati possiamo assaporare la testina bollita con il sale, pane e milza, le interiore del vitello scavano un pane sciapo e pieno di vitalità, limoni, arance, carretti siciliani, cassate e cannoli, geli e puponi, tutto accompagnato dall'enigmatica tranquilla vulgata, dal nero degli occhi e il silento sguardo degli uomini.
La bellezza delle fimmine siciliane è nota nel mondo, i colori dei loro occhi e dei capelli varia dallo strato e dall'anagrafe del periodo degli invasori, sempre eleganti, sempre misurate, sempre sorridenti e drammatiche, che ti fanno perdere orientamento e voglia di andar altrove.

Antica focacceria S. Francesco
















Puoi mangiare poi un arancino Antica focacceria S. Francesco che è mutata nel tempo, ora hanno aggiunto il ristorante all'ultimo piano, sotto puoi prendere sarde a beccafico, pane ca meusa, insomma il cibo di strada. L’arancino è sempre sublime, con il suo ripieno di ragù e piselli, cotto bene, il riso ben amalgamato.

Bagheria
Trattoria Don Ciccio

Per la cena siamo andati al Don Ciccio a Bagheria che nel tempo si è trasferito da un luogo più centrale e storico, ad un altro più anonimo inserito in un contesto odierno. Ma lì si può sempre assaporare una caponata degna di nota, il calamaro ripieno, essere serviti con celerità e simpatica ironia. Spettacolare il racconto del menù da parte del figlio del titolare, con la sua intercalata palermitana. Intanto io penso a questo posto dove risiedono le meraviglie delle ville siciliane della antica borghesia, alcune ritornate ai fasti, altre che stanno cadendo, con i suoi alberi secolari, la storia, il fruscio di velluti e sete. Qui proviene la famiglia di Dacia Maraini, da parte della madre, qui han discusso del futuro, qui han cavalcato storia e coraggio, qui ha dissertato il meglio dell'intelligenza.

Enna 
B&B La casa del poeta
Intanto ci dobbiamo spostare di luogo, oggi è fine anno e si cambia residenza: andiamo dentro la provincia di Enna in campagna, in un B&B LA CASA DEL POETA.

Un casale della villeggiatura estiva di una antica famiglia siciliana di Enna, quelle famiglie della borghesia che sono state pilastro e consistenza dell'economia e della cultura. 

Quegli intrecci di parentele e feudi, che han prodotto intelletti e consistenti professionisti, fortune e lasciato tanta materia su cui scrivere e leggere, a partire dai libri di ricette di casa. 







La pioggia ci accompagna nel percorso, passando per Leonforte che vanta una fontana barocca meravigliosa, con la campagna di ulivi e grano, con la città antica di Enna sulla rocca a spiarci nel cammino.
....continua....


giovedì 6 novembre 2014

FOOD PLACE - Una settimana in Sicilia - Parte 5

Siracusa
Siracusa ci accoglie sempre con il  tempo espresso nel suo esistere, le pietre sono pervase di millenaria storia. Adagiata sul mare che l'ha resa ambita dalla golosità degli invasori, che impossessandosene l'han resa grande e importante.

La piazza della cattedrale è meraviglia, accanto all'Ortigia che annovera i suoi resti, la vista sul mare, i monumentali palazzi, molti restaurati o in via di restauro, divenuti magioni e hotel di charme, oppure ristoranti dove il pesce e i suoi abbinamenti la fan da padroni, negozietti, artigiani e il vociare dentro ai minuscoli vicoli, le terme ebraiche sotterranee, con il susseguirsi di epoche e di personalità, la fanno visitare ed invadere da sempre. Molti i luoghi dove ti puoi ristorare, ci vorrebbero pagine e pagine, perché eccellenze ne trovi.

Noto
Mi soffermerò invece sulla tappa successiva che è Noto, dove il barocco siciliano è spettacolare, unico al mondo, con i suoi colori forti di terra, ringhiere panciute e arricciate, le scalinate che la pongono a più livelli, tutto molto suggestivo e protetto. Un gioiello di storia ed architettura immenso patrimonio della nostra cultura.
Caffè Sicilia
Qui accanto alla piazza del teatro, che è un gioiellino molto raffinato dei tempi andati, vi è il Caffè Sicilia con i suoi dolci della tradizione siciliana, che non ha bisogno del mio racconto, perché è conosciuto nell'universo mondo, ma dove mi sono deliziata con la cassata più buona della terra e il cannolo anche di dimensioni ridotte, così buono che è la prova dell'esistenza di Dio.



Il tramonto rinforza tutto il colore rosso terra delle facciate dei palazzi, il riflesso delle luci ad illuminare i tuoi passi, che rende il tuo intimo sentire più rassicurato e più affine a questo luogo e tempo.

domenica 26 ottobre 2014

FOOD PLACE - Una settimana in Sicilia - Parte 4

Il viaggio prosegue...
Avola
La città di Avola è nota per il suo vino, con un centro storico piccolo ma ben conservato, attorno poderi di campagna racchiusi da muretti a secco che racchiudono  ulivi secolari, fornitori di olio saporito e generoso di gusto. Le marine di Ragusa e Modica sono luoghi dove tempo addietro scoprii per caso una baia piccola e silente, contornata da oleandri e dal lento adagiarsi del mare profondamente blu sopra una sabbia gialla e tiepida.
Luoghi che ho esplorato, conosciuto, assaporato, condiviso, ma la nostra meta è il borgo marinaro, passando per le serre che lucenti sotto il sole racchiudono piantine giovani e promettenti di pomodorini Pachino,  coltivati in questa zona sulla terra sabbiosa con il mare che lambisce il sottosuolo donando sapore unico.

Vendicari
Si staglia il blu del mare contro un blu del cielo che è meraviglia del creato e si adagia sopra la riserva di Vendicari, protetta con i  silenzi rotti dal richiamo degli uccelli e dal fruscio delle corse dei conigli selvatici, canne che fremono alla brezza e attorno le coltivazioni dei carciofi verdi, carnosi e dal gusto forte.
Questo paesetto ha visto il crescere della sua popolarità lentamente negli anni, in parte dovuto ad un festival di cinema molto qualificato che ha portato celebrità e forse scompiglio nella placidità del suo tran tran estivo e quiete dell'inverno. La pesca è ancora un’attività frequente e ci si imbatte con le piccole imbarcazioni dei pescatori ritornati dal lavoro in altura, con il frutto del periodo nella nassa e puoi acquistare il fresco che andrà anche a rifornire i tanti ristorantini che si allineano sulla scogliera e dentro il borgo.

L’antica tonnara, rimasta in disuso per tanti anni, ora vede un restauro intelligente permettendo aperture di ristorantini, piccoli negozi con eccellenze del territorio, boutique delle colte e sapienti capacità giovani dell'isola, caffè e vinerie. Il turismo è quello straniero e siciliano colto, raffinato ed abbiente, che desidera qualità e riservatezza nei toni e nei modi.

Marzamemi
Taverna Ristorante La Cialoma
Racchiuso in un baglio, una corte interna con quinta la chiesa, acciottolato invaso dai tavoli dal ristorantino LA CIALOMA e dal caffè di angolo che ti accoglie sempre con franchezza. Scegliamo il suddetto ristorante, che rimembro per le molte volte che mi sono cibata con grande soddisfazione. I tavoli sono ricoperti da pizzi di casa, da copriletti degli armadi di famiglia che prevedono anche broccati di raffinata qualità, adagiati sopra una tovaglia di lino candida con orlo a giorno ben ricamato. Sono tanti gli avventori e molti dovranno attendere un altro turno.

Il sole ci riscalda e nell'attendere il nostro sederci al desco, percorriamo le stradine del borgo che vede restauri recenti, aperture nuove di locali,ristori e angoli rimessi a modo.

Saremo premiati da un pranzo molto gustoso, composto da pesce quale tonno rosso alla griglia condito con olio e erbe profumate, una insalata di polipo con patate, pinoli, finocchietto selvatico, olive schiacciate e una spruzzata di succo di arancia, una pasta di casa con sugo di tonno e pomodori di dispensa sempre con finocchietto. Il vino è quello bianco di Sicilia dentro calici brillanti; le stoviglie sono della tradizione siciliana. Un menù corto molto competente, la stagione e il territorio presenti e i ragazzi giovani con faccia pulita e schietta, solerti e attenti. Un conto non esagerato visto il luogo e la qualità, che ci rimettono in pace col tempo e la vita. Volgendo al tramonto pensiamo di attardarci ancora un attimo nei dintorni, acquistare i prodotti di questa isola e assaporare il languore di una giornata tiepida e piena di sorprese, una quiete che ci accompagna verso il ritorno, dove le luci dei borghi si accendono, il mare torna nel suo buio e la natura riacquista il suo luogo e il suo riposo.