Le Ambasciate e gli Istituti di
Cultura Italiana nel mondo rappresentano la nostra Italia e si occupano, "in
soldoni", di promuovere tutto ciò che è arte del nostro paese.
In genere, però, sono luoghi dove si assiste ad un immobilismo generalizzato, vale a dire non vantano progettualità e calendari
fitti di impegni, si limitano talvolta a promuovere corsi di lingua oppure -
assieme alle camere di commercio - aiutano gli operatoria economici ad entrare
nel contesto di un altro mercato.
Se la persona che è messa a capo della struttura è molto vivace,
capace e ha voglia di fare allora si possono vedere risultati e iniziative degne
di nota; anche perché denari in questi enti ne arrivano parecchi e talvolta
sono stati frutto di indagini proprio per scoprire la fine delle somme e degli
scopi.
Pensare invece che potrebbero fare molto, comprese le residenze di
artista, le mostre, i concerti, gli incontri culturali, i convegni e quanto altro possa
vedere attrice la cultura italica che non ha da invidiare a nessuno.
In questo
certamente eccelle, e qui peroro la causa essendone in parte coinvolta come
soggetto, il nostro cibo, che nel mondo è molto apprezzato e oltretutto le
nostre prelibatezze culinarie e i nostri prodotti sono parte importante del
PIL.
L'ISTITUTO
ITALIANO DI CULTURA A PARIGI E UN'INTERESSANTE PROPOSTA
A Parigi, dall'agosto 2012, come direttore dell'Istituto Italiano di
Cultura,c'è una donna, Marina Valensise, scrittrice e giornalista, che si è subito data molto da fare: ha dato infatti il via ad un progetto molto interessante.
Nella tana del lupo, cioè la ville lumiere con il caratteristico
sussiego dei francesi per quanto riguarda la parola CIBO, ha deciso di indire
corsi di cucina italiana, che si svolgeranno in lingua italiana nel complesso storico dell'Hotel de Galliffet,
al numero 73
di Rue de Grenelle, e che ospiteranno tanti chef a rotazione
provenienti da diverse regioni italiane.
Per fare questo che avrà
certamente un costo, ha pensato bene di usare i ricavi dalle lezioni di lingua,
che pare siano sempre affollati.
Sta valutando inoltre di essere sponsorizzata da alcuni marchi di
eccellenza italiana, per la fornitura di piani di lavoro, elettrodomestici ed
attrezzature; questo anche a prezzo di costo “…per creare connubio fra arte,
industria, e tra futuro e tradizione”, dice la signora Valensise.
La Cucina è disegnata dall’architetto italiano Tiziano Vudafieri: il progetto è formare un'isola a
ferro di cavallo per una dozzina di allievi non professionisti. Si stanno anche
restaurando i locali, che consteranno di un tetto con copertura vegetale; così verrà
garantita la temperatura invernale e la frescura estiva.
Attigua alla cucina ci sarà anche
una dispensa a vista, una sorta di mini Eataly all'ombra del Louvre.
Non si avrà un solo cuoco come maestro ma tanti chef provenienti da tutta Italia che a
rotazione insegneranno; in questo modo si potràr dare assaggio anche della tradizione culinaria delle nostre variegate regioni.
L'idea è anche di prendere i migliori allievi usciti dalle scuole
alberghiere per dare così visibilità e possibilità ai ragazzi che si affacciano
al mondo del lavoro.
Ricordiamo inoltre che la direttrice ha messo subito sotto tutti per
elaborare progetti e impegni e il calendario è interessante.
Nel gennaio scorso è stata inaugurata la mostra "Vivere alla Giò
Ponti", dedicata al fondatore di Domus, grande architetto e design.
Vi sarà inoltre il ciclo dei "Magnifici Dodici", eccellenze di casa
nostra che racconteranno l'Italia delle varie branchie della cultura e arte.
Ad aprile è stato ospite Oscar Farinetti, fautore di Eataly, che penso potrà essere anche sponsor con i suoi prodotti e le sue agende di
conoscenze.
Insomma, una vera promozione del nostro
gusto, della nostra cultura e della nostra meravigliosa lingua.
Nessun commento:
Posta un commento