Un libro che racconta di vino e di territorio
Quando Elisa Pozzo ha presentato questo suo libro
era un'estate calda e soffocante; nel suo podere ha allestito covoni di paglia
e fieno per sedersi, ombrelloni e un bancone per il rinfresco composto da
gustosi piatti cucinati dalle donne di casa, e come bevande il meglio della
produzione della sua cantina ed anche un corroborante tè freddo con zenzero.
Tutto questo nel podere di casa, accanto alla cantina dove la famiglia da
lontano tempo produce il meglio del vitigno del territorio di Viverone.
A fare da quinta a questo scenario bucolico, nei
vitigni vicino, abbiamo percorso una simpatica installazione con fogli appesi
ai tralci che raccontavano metafore, poesie, piccoli racconti con protagonista
il vino.
E' una traccia per raccontare le sue radici,
la sua vita e quella della sua amata famiglia.
Elisa, con la sorella, rappresenta l’ultima
generazione di una famiglia di viticoltori; ha preso in mano il podere con
novità e slancio, aggiungendo nuove produzioni come l’ulivo, lo zafferano accanto
alle coltivazioni di kiwi, che sono oramai immesse da parecchio tempo.
Anche se
il timone rimane in mano salda ai genitori e ai nonni, la nuova generazione rappresenta
la continuità nella tradizione, perché apporta nuovi stimoli per stare al passo
con i tempi, senza mai tradire la traccia data anticamente dai nonni.
Per raccontare la storia della famiglia,
della loro attività e del territorio, si è voluta cimentare in un modo inconsueto
per lei: la stesura di un libro “Il piatto di vino”.
Spulciando qua e là evinci che il restare a
lavorare in famiglia e nella proprietà non è stato un sacrificio, ma un atto molto
voluto proprio perché ama i luoghi e la natura. Nulla di più opportuno che fare
la vignaiola, dove la natura la respiri e la vivi ogni mese dell'anno, con i
suoi ritmi e le sue esigenze.
Certo ci sono anche le fatiche e la
problematica di dover stare al passo per non perdere terreno rispetto al
mercato, ma quella giovane donna timida che arrossisce di fronte a tanta folla
venuta ad ascoltarla per acquistare il suo volume, ha una forza enorme e le
idee chiare.
Ringrazia e parla con tutti, conosce tanto e
sa che attorno a lei vi è una solidità famigliare e storica, ben radicata sul
territorio e per il territorio.
In alto, in mezzo ad un mare verde di filari
che compongono la loro proprietà vi è un belvedere, suggestivo ed arcaico, dove
il padre ha costruito un anfiteatro con una vista meravigliosa, dove in estate ci sono stati concerti musicali e pièces teatrali di grande qualità.
Questo perché si comprende che la cultura è una parte che s’integra, un
tutt'uno con radici e territorio.
L’azienda produce dell'ottimo vino: un vitigno
autoctono Erbaluce e del rosso che vanta lustri d’impianto; sembra che quest’ultimo
sia stato piantato dai romani.
E’ un
vino generoso e adatto anche a palati raffinati con il metodo classico, ma c’è
anche il passito, che è vino che vanta duecento anni di storia ed è nella
quaterna dei passiti italiani.
Il lavoro è duro, di fatica, ci vuole grande
passione per occuparsi della campagna. Non ci sono tempo e stagioni quando
possiedi vitigni, quando devi occuparti della potatura, della pulitura dei
tralci, quando devi dare il verderame, pigiare e portare a casa il prodotto, un
buon prodotto. Sei sempre concentrato lì a discapito di molto, ma se questa è
una scelta di vita e ti coinvolge con passione, non tieni conto del resto.
Dicevamo del libro. E’ un volume pieno di
racconti, di poesie sul vino, di storia del territorio, con la spiegazione
degli alimenti che caratterizzano questi luoghi e le ricette che lei ha sempre
visto cucinare in casa e nella zona. C’è la tradizione, con l’aggiunta di
alcune novità che negli anni si sono fatte avanti contaminando e apportando
differenze per adeguarsi a ritmi differenti.
Nei suoi poderi vedi la campagna rigogliosa,
siamo, infatti, sul fronte di una collina morenica che ospitava anticamente i
ghiacciai che, avanzando lentamente, hanno lasciato questo fronte quasi unico
al mondo, riconoscibile da lontano, che è caratterizzato da fertilità e da un clima
adeguato alla produzione vinicola.
Il lago di Viverone è lì che si adagia al tuo
sguardo, e la natura ti avvolge e ti ritempra. Elisa ama raccontare i suoi
luoghi e condividere con il lettore le sue impressioni: inteneriscono il racconto
del suo svegliarsi con il verso del richiamo della volpe o del gufo. Qui vicino
scorre l’acqua di un antico lavatoio dove, prima dell’avvento della lavatrice,
le donne del paese andavano a lavare i panni e magari anche a tagliarli!
Le stelle della notte si adagiano sui filari,
la rugiada nutre, si alternano le stagioni e diventa orgoglio ciò che
metteranno in bottiglia che crea impresa, ma soprattutto un rapporto franco e
amichevole con coloro che lo consumano.
Non è ragazza di città, ma non per questo non
è ragazza odierna, anzi!
Parliamo ora di ricette: sfogliando il libro
ritrovi i prodotti della stagione e del territorio, il vino che entra di
diritto nella costruzione della preparazione, il lago che è ben rappresentato
dal pesce coregone che dai tempi antichi qui nuota incontaminato.
Ci sono antiche e nuove ricette, sperimentate
dalle donne della sua famiglia, raccontate attraverso i suoi ricordi, così come
le storielle che accompagnavano le sue giornate di bambina che correva felice
nell'erba attorno a casa.
C'e' intelligenza e concretezza, c'e' la
voglia di aiutare a comprendere un territorio che è bello e incontaminato, che
ha vocazione turistica e culturale.
Invito alla lettura e al regalo di questo
volume, perché ci ritrovi molto sapere e curiosità sul territorio, e il suo
interesse nel condividere con le persone la conoscenza dei luoghi che le danno
serenità.
Elisa Pozzo è consapevole di questo, e seppur
con figura snella e occhi chiari, nella sua ritrosia e timidezza si percepisce che ha le idee chiare su quale sarà
il suo futuro e quello delle sue proprietà.
Tradizione pur dentro evoluzione, ma sempre
ferma nell'offrire qualità a coloro che si avvicinano ai suoi prodotti.
©PHOTO EDITING - Elisa Roattino
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