UN LAVORO ANTICO CHE VA SALVAGUARDATO
Le
tribù Irula e Kurumba vivono alle falde dei monti Nilgiri nel Tamil Nadu e raccolgono
il miele di un'ape selvatica da circa 2000 anni nello stesso modo.
I
monti Nilgiri rappresentano una biosfera protetta dall'Unesco; sono fitte
foreste popolate da orsi, leopardi ed elefanti.
Il
miele di questa ape è salito sull'Ara del Gusto della Fondazione protetta da
Slow Food.
Raccogliere questo miele è arduo perché l'ape costruisce il suo favo
su cenge dei dirupi montani e costringe i cacciatori di miele a calarsi
dall'alto su lunghe scale di corda, fabbricate con la corteccia degli alberi e
le corde derivate dalla fibra del cocco. Salendo su queste creste alte decine
di metri possono perdere l'equilibrio ed in un attimo è fatale cadere e morire.
Tagliano
il favo conservando la parte che ospita le api giovani in modo da garantire la
presenza futura. In alcuni casi evitano di toccare intere creste, anche nei
periodo di carestia.
Ora
questo lavoro può andare perduto, e di conseguenza il prodotto, perché vi è una
lenta deforestazione e vi è anche un cambiamento nel tipo di agricoltura nelle
aree circostanti, si è infatti passati alla politica della monoculture con un
incremento della coltivazione del tè che determina una perdita di
diversità ed un uso maggiore di pesticidi e fertilizzanti.
Tutto
questo incide sulla popolazione delle api e inoltre molti abbandonano questo
lavoro per andare a lavorare nelle fabbriche tessili e nel pubblico impiego,
essendo questo un incremento della richiesta per la crescita indiana.
Per fortuna esiste una fondazione che da 15 anni lavora su questo progetto e porta avanti la
tradizione nel contesto di una società moderna.
Hanno
creato centri locali di produzione in cui i cacciatori accumulano, filtrano e
confezionano il miele raccolto. Lo vendono poi in giro per il mondo sotto l’egida
del prodotto equo solidale.
Inoltre
utilizzano la cera delle api, cosa che in passato non avveniva perché la
gettavano, ora ne fabbricano candele e cosmetici.
Tutto
ciò per dare un lavoro ed un futuro alle giovani generazioni, che talvolta
sono ritornate a fare questo lavoro dopo averlo abbandonato.
Il
millefiori della foresta è buono ed è particolare, un poco asprigno e
selvatico, io l'ho mangiato e lo acquisto.
Al
salone del gusto e Terra madre a Torino nel mese di novembre vi saranno
laboratori, degustazioni e uno speciale spazio dedicato a loro. La questione
indigeni sarà il tema centrale per Terra Madre di questa edizione con la
partecipazione di comunità indigene di tutto il mondo.
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