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lunedì 9 dicembre 2013

FOOD THE BOOK - Divagazioni dal libro di Giuseppe Tomasi di Lampedusa

UN ESTRATTO DAL LIBRO I Racconti La Sirena (Lighea)
Giuseppe Tomasi di Lampedusa

Voglio proporvi la lettura un racconto di Giuseppe Tomasi Lampedusa: la descrizione di un cibo all'interno di questa novella diventa un pretesto, ma anche il mezzo per conoscere ed approfondire capolavori conosciuti e - se  sconosciuti - dare incipit per aprirli e leggerli.
Questo che andrà a seguire è preso dal libro I Racconti di Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Di lui si conosce soprattutto un unico romanzo, il GATTOPARDO

Da questo capolavoro  Luchino Visconti trasse un meraviglioso film, con attori e attrice sublimi e che rimane nella storia del cinema italico e del mondo.






Il nostro autore nasce da una famiglia nobile siciliana di Palermo, legato alla figura della madre, Beatrice Cutò Tomasi che era donna di grande personalità e che influenzò il figlio sin quando morì.
Beatrice CutòTomasi

Andò a combattere nella prima guerra mondiale e fatto prigioniero dagli austriaci in Ungheria, riuscendo a fuggire e ritornando a piedi alla casa paterna.
Rimasto orfano di padre, andò in viaggio con la madre e approdò a Genova, dove ebbe occasione di conoscere persone letterate che lo iniziarono alla collaborazione per una rivista letteraria.
Sposò una donna russa ortodossa, Alexandra Wolff Stomersee, (chiamata anche Licy) studiosa di psicanalisi, artista e musicista, nobile da parte del padre, il barone Boris Wolff-Stomersee, e figlia di Alice Barbi, cantante da camera.
Fu subito scontro e opposizione tra le due donne della vita di questo uomo, e così la moglie ritornò in Russia e lui rimase in Sicilia ad occuparsi dell'azienda agricola di famiglia.


La morte della madre ricongiunge i due coniugi e lui inizia una frequentazione di giovani intellettuali, ed è in una di queste occasioni che stringe amicizia con Montale e Maria Bellonci.
Alexandra Wolff Stomersee a 25 anni

Inizia a scrivere il suo capolavoro, che sarà pubblicato postumo perché un giovane Elio Vittorini che lavorava per la casa editrice Einaudi, cassò e respinse questo manoscritto. 
Cosa della quale si pentì, perché alla morte di Giuseppe di tumore, Elena Croce lo inviò a Bassani che lavorava per la casa editrice Feltrinelli e lo pubblicò, vincendo anche il Premio Strega.
A Giuseppe Tomasi di Lampedusa è stato dedicato un Airbus dell'Alitalia e un'asteroide.
La parte che vi vogliamo proporre è ripresa dal libro I Racconti, pubblicati dopo la morte dello scrittore, composti da quattro pezzi scritti tra il ’55 e il ’57: Ricordi d’infanzia, La gioia e la legge, La sirena e I gattini ciechi. 




Il racconto La Sirena (o Lighea) 
narra di un senatore del regno sabaudo, nativo della Sicilia e trapiantato nel capoluogo piemontese perché siede gli alti scranni del potere.



Costui però, prima di essere eletto senatore, è un accademico che ha tenuto corsi ad Oxford e Tubigen in Germania, con un ricco elenco di lauree honoris causa in università prestigiose del mondo, tutto il mondo. Parimenti ha in carriera un elenco infinito di pubblicazioni attorno alla sua conoscenza, nello specifico grecista. Celibe, oramai in età adulta, verso la vecchiaia, non vive nell'opulenza ma si gode decorosamente la pensione e identità da senatore. 
Il professore La Ciura, questo il suo nome, ha abitudine di andare a leggere libri e giornali in un caffè di via Po, dove si imbatte in varie tipologie di umanità e conclude nel fare amicizia con un redattore del quotidiano La Stampa, con uffici lì accanto e diventando amici, dissertano della loro terra.


..."Così parlammo della Sicilia eterna, di quella delle cose di natura; del profumo di rosmarino sui Nèbrodi, del gusto del miele di Melilli, dell'ondeggiare delle messi in una giornata ventosa di maggio come si vede da Enna, delle solitudini intorno a Siracusa, delle raffiche di profumo riversate, si dice, su Palermo dagli agrumeti durante certi tramonti di giugno..."
Dopo un'assenza quasi totale di cinquant'anni il senatore conservava un ricordo singolarmente preciso di alcuni fatti minimi: il mare. 
"Il mare di Sicilia è il più colorito, il più romantico di quanti ne abbia mai visti; ...nelle trattorie di mare si servono ancora i "rizzi" spinosi spaccati a metà?....sono la più bella cosa che avete laggiù, quelle cartilagini sanguigne, quei simulacri di organi femminili, profumati di sale e di alghe"....
Giuseppe Tomasi di Lampedusa e la moglie  Alexandra Wolff Stomersee

Un giorno il giovane amico gli regala la sorpresa di fargli trovare in tavola un grande vassoio pieno di ricci aperti a metà, con una quantità di spicchi di limone da spremergli sopra.
"I ricci spaccati, mostravano le loro carni ferite, sanguigne, stranamente compartimentate. Non vi avevo mai badato prima di adesso, riflette Corbera, ma dopo i bizzarri paragoni del senatore, essi mi sembravano davvero una sezione fatta in chissà quali delicati organi femminili. Lui li degustava con avidità ma senza allegria, raccolto, quasi compunto. Non volle strizzarvi sopra il limone. "Voialtri, sempre con i sapori accoppiati! il riccio deve sapere anche di limone, lo zucchero anche di cioccolata, l'amore anche di paradiso".
Quando ebbe finito bevve un sorso di vino, chiuse gli occhi. Dopo un po' mi avvidi che da sotto le palpebre avvizzite gli scivolavano due lagrime". (...)
I Racconti di Giuseppe Tomasi di Lampedusa fu pubblicato da Feltrinelli nel 1961.
La Sirena è stata scritta dall'ormai malato Tomasi di Lampedusa poco prima di morire; assume quindi una rilevanza fondamentale; può a tutto diritto rappresentare una sorta di testamento letterario, con una sua visione della vita e dell'amore che l'autore esprime attraverso la figura mitologica della Sirena. 

Images from Gioacchino Lanza Tomasi’s Lampedusa: A Biography Through Images, Alma Classics.
Le fotografie sono tratte dal libro: Gioacchino Tomasi Lanza, Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Una biografia per immagini, Sellerio Editore, Palermo, 1998. Si ringrazia l’Autore per la cortese autorizzazione a riprodurle.

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