Un racconto della nostra Italia attraverso i racconti delle donne
Quando transito per le
stazioni ferroviarie italiane, se ho tempo – e talvolta me lo ricavo – mi reco con immenso piacere nelle librerie Feltrinelli lì locate.
Per me è un immenso piacere
passeggiare tra gli scaffali alla ricerca di acquisti, novità, sensazioni
che mi invitano alla lettura e a nuove scoperte letterarie.
La zona dedicata al cibo è
sempre la mia preferita e qui scovo sempre una chicca che mi induce
all'acquisto. Sovente è pur vero, io ho un mio libretto su cui annoto i libri
che intendo acquistare, lista che evinco dalle recensioni, dagli inserti dei
quotidiani, dall'ascolto radiofonico... questo però non era annotato e mi ha
incuriosito.
Il cognome dell'autrice, Aphel Barzini, è
noto nel campo culinario, ha infatti lavorato per molto tempo al Gambero rosso Channel
come autrice ed anche alla omonima rivista mensile.
Autrice di altri libri sul
cibo, uno sulla cucina americana, ha abitato a lungo negli Stati
Uniti ed è discendente di una dinastia di
scrittori e giornalisti che vantano numerosi successi nel campo editoriale.
Preso in mano il volume ho
avidamente e compulsivamente aperto le pagine ed ho iniziato la lettura in
treno, ed è stato così avvincente che nel giro di un giorno l'avevo già letto
ed elaborato.
Narra la storia dell'Italia attraverso gli occhi delle donne che silenziosamente hanno dato grande apporto alla storia della nostra cucina. Attraverso il cibo riscopriamo la storia del nostro paese, e riscopriamo figure storiche che è importante non dimenticare, proprio perché attraverso il cibo, e forse proprio grazie a questo, si riesce ad indagare nelle trasformazioni sociali e politiche, culturali di una nazione.
Un libro ben composto,
documentato e curioso, con apporto di ricette e indicazioni interessanti.
Si parte dall'Ottocento,
narrando della domestica fidata di Pellegrino Artusi, Marietta Sabatini, colei che ha aiutato il
grande gastronomo a catalogare i piatti della tradizione, tracciando una linea
di demarcazione da ciò che era a quello che sarà.
Si narra poi di Petronilla, la cuoca-medico Amalia Moretti Foggia della Rovere, che aiutò le massaie durante la prima guerra mondiale e di Lidia Morelli, che
elaborò la cucina durante la seconda guerra mondiale e che chiudeva sempre i
suoi libri con esortazione fascista... così via via si parla del periodo del dopo
guerra, del boom economico e dell’era attuale, dominata da Internet.
Un bel percorso fatto di
donne che amano il cibo, che lo studiano, lo esaminano e che portano per mano
le donne di ogni ceto per dare un apporto alla loro cucina.
Vi sono appuntate anche delle
ricette dei periodi e le migliori nella rosa vasta delle autrici di cent'anni
di culinaria italiana ed è un bel excursus, di soddisfacente curiosità e storia del
nostro paese. Racconti di quotidianità impastata con le vicende
politiche ed economiche di ciascuno, di donne che han trovato un risvolto di
carriera raccontando ciò di cui si occupano da sempre, acquistare alimenti e
costruire un pranzo ed una cena, talvolta anche una colazione.
Evoluzione del nostro vivere
e del nostro mangiare, del nostro alimentarsi e delle mode del momento.
Perché la storia passa anche
attraverso le nostre tavole imbandite e il cibo è sempre il risvolto più
evidente di una nazione e di una civiltà.
Mi piace questo genere di libri dove si intreccia la cucina con la storia, dove si scopre l'evoluzione del cibo in relazione alla nostra vita.
RispondiEliminaBuona domenica :)
sono conntenta che ti sia piaciuto! la mia collega è una divoratrice di libri e questo per chi è interessato alla storia del cibo è veramente interessante! ciao e grazie per seguirci!
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