Questo film, oramai datato, che chiuse il
festival del cinema di Roma, è stato tratto da due libri di cucina che potrete
reperire perché molto interessanti e creativi. Quello di Julie Powell: “Julie
& Julia. 365 giorni, 524 ricette, una piccola cucina” e l'altro di Julia
Child e Alex Prod'homme: “My life in France”.
Intanto
un mostro sacro del cinema come la Streep riportata agli anni ‘50, con
ambientazioni mirabili e puntuali. La Amy si difende bene e nei giorni nostri,
alle prese con blog, call center e quotidianità affannata e pasti quotidiani ci
riporta una realtà che molte donne conoscono assai bene.
Questo
film ci racconta il cibo, con il parallelo delle due Julie, la nostra
contemporanea vuole emulare la gourmande prendendo spunto dal libro e pian
piano si avvicina alla perfezione. Quella perfezione data dal confronto, dal
tempo che si dispone, dall'amore per il cibo.
La
storia in sintesi è presa dalla vita di questa Julia Child gastronoma sposata
ad un diplomatico che negli anni cinquanta è di stanza a Parigi e lei
approfitta e si iscrive ad una scuola per Cordon Bleu. Aga con il marito in
giro per le sedi diplomatiche della Francia e progetta serate e incontri,
scrivendo ricette per compilare un libro.
Tutte
e due usano coraggio, passione e burro, perché è importante nella cucina di
quel periodo uso del burro. Soprattutto nella cucina francese e lo è ancora ai
giorni nostri. In Francia troverete vari tipi di burro, compreso quello salata
del nord. Nei mercati come nei piccoli negozi di gastronomia e negli store
meravigliosi ve lo serviranno tagliandolo con un ferro dal manico di legno e ve
lo avvolgeranno nella carta oleata. Così come per la panna che tengono negli
orci di ceramica e ve la serviranno in vaschette con un mestolo di legno o
alluminio. Come ai vecchi tempi anche in Italia.
Film
e libri sono una vera goduria per occhi e palato e consiglio usare le ricette,
anche reinventandole ad uso proprio.
Promettiamo
di metterne in scena alcune e sottoporvele.
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