Viaggio all’interno della storia del vino
Non fu certo il sottile aroma del vino, né un
piacevole retrogusto di violette e lamponi, ad attirare per primo l’attenzione
dei nostri antichi progenitori.
Bisogna riconoscere che furono invece i suoi
effetti.
In una vita che era ingrata, brutale e breve, coloro
che per primi provarono gli effetti dell’alcool credettero di avere avuto un
anticipo del paradiso. Le loro ansie scomparvero, i loro timori si attutirono,
le idee si formarono più facilmente, e gli amanti, dopo aver bevuto il succo
magico, si amarono di più. Per qualche ora si sentirono onnipotenti, fino al
punto di credersi degli dei. Poi si sentirono male, o persero i sensi, e si
svegliarono con un terribile mal di testa. Ma le sensazioni, finché duravano,
erano troppo belle per resistere alla tentazione di provarle di nuovo, e tutto
sommato il malessere che seguiva la sbornia era solo passeggero.
Bevendo più
lentamente si potevano godere i piaceri senza subirne le conseguenze.
Il vino rappresentò il primo incontro con l’alcool
soltanto per una minoranza privilegiata della specie umana. Per la stragrande
maggioranza lo fu invece la birra. Le prime città sorsero per lo più in parti
del Medio Oriente dove si producevano i cereali, ma non l’uva: cioè nella
Mesopotamia e in Egitto.
L’antico Egitto fece grandi sforzi per produrre il
vino di buona qualità, ma ottenerlo era un privilegio riservato a pochi.
In ogni caso il vino è sempre stato la scelta dei
privilegiati.
La Mesopotamia importava quello che non poteva produrre da sola.
Perché? Una risposta semplice quanto prosaica potrebbe essere che il vino, di
solito, è più forte della birra. Inoltre si conservava più a lungo, e qualche
volta, migliorava con il tempo. Non possiamo affermare categoricamente che
avesse sempre un sapore più gradevole: l’unica cosa che possiamo dire con
certezza è che gli si attribuiva un valore più alto.
Esistevano altri cibi e bevande capaci di alterare
le funzioni della mente e anche quelle del corpo. I popoli primitivi
conoscevano bene i veleni. Ma quale fosse lo spirito, misterioso come il vento,
che abitava questa bevanda, era uno spirito benevolo: anzi, era sicuramente
divino.
Il vino ai loro occhi, aveva un potere e un valore molto maggiore della
birra e molto diverso da quello delle droghe allucinogene.
La sua storia è
tutta imperniata su questo valore.
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